Il borgo di circa 2000 abitanti si trova nel Lazio settentrionale, a cavallo del versante nord del Terminillo; questo, discendente dalla Sella di Leonessa, si allunga poi sull’omonimo altopiano fino al confine con i comuni umbri di Monteleone di Spoleto e Cascia.

Il bel borgo, ricco di attrazioni naturalistiche, enogastronomiche e culturali, fu fondato nel 1278 con la fusione di vari castelli preesistenti, nell’altopiano alle falde del monte Tilia. Ai margini settentrionali dell’altopiano si fissò, già sul finire del XII secolo, la linea pedemontana di confine tra Stato della Chiesa e Regno di Sicilia. Nel XV e XVI fiorirono le industrie, principalmente quella laniera, che trovò sbocchi in numerosi centri commerciali, dai mercati di Farfa a quelli di Ascoli Piceno. Nel corso del 1500 Leonessa venne infeudata a Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, la quale la portò in dote ai Farnese.

La situazione economica ebbe un grave colpo in seguito ai violenti terremoti del 1703, nei quali rimasero distrutti molti edifici pubblici e numerose frazioni.
Tra il 1937 e il 1946 il frate cappuccino leonessano Eufranio Desideri, noto come Giuseppe da Leonessa, fu beatificato e canonizzato.

Appartenente al Regno delle Due Sicilie fino all’unificazione, nel 1927 passò dalla Provincia dell’Aquila a quella neoistituita di Rieti, appartenente al Lazio anziché all’Abruzzo.

Il Comune di Leonessa, Medaglia d’Argento al Valor Civile, fu duramente colpito dalla strage nazifascista dell’aprile 1944, nella quale vennero uccisi 51 civili, tra cui il parroco Don Concezio Chiaretti.

Leonessa, famosa in tutta Italia per la sua patata e l’ormai trentennale sagra in suo onore, è un condensato imperdibile di natura e storia tutto da scoprire. A passo lento.

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